– Egitto… India…

EgittoMar RossoAden (Yemen)India (Bombay, Dehli) Golfo Persico

Riprendiamo il viaggio con Vita Sackville West, che quando può, comunica sensazioni, paure, desideri, curiosità all’amata amica Virginia.

da Luxor , il 29 gennaio 1926, scriveva

“… ora vado a karnak, c’è la luna piena, e sono spaventata al pensiero di come sarà. Accidenti a te che non ci sei.

dal piroscafo Rajputana nel Mar Rosso , il 4 febbraio 1926, scriveva

… sento che dovrei scriverti una lunga lettera. Una lettera interminabile. Pagine e pagine. Ma c’è troppo da dire. Troppe emozioni, troppo Egitto, e troppa inquietudine.  … trovo molto difficile guardare dentro di me mentre vedo la costa del Sinai… la qual miscela renderà questa lettera più muta del solito. Da quando ho lasciato l’Inghilterra sono stata come una persona in avanzato stato di ebrezza. Cocktails non di gin e vermut, ma di trepidazion e infelicità, avventura e nostalgia di casa. … E poi le immagini nella mente, di cose viste come fotografie infilate alla rinfusa in un cassetto, in attesa di essere incollate sull’album… Le immagini di cose non ancora viste, -India, Agra, Bagdad, montagne innevate, – negativi da sviluppare. Che confusione.

Siamo tornati al Cairo, da Luxor,  su un treno in fiamme; la carrozza ristorante bruciava allegramente, alle nostre spalle, come la coda di una cometa…. Ho parlato con il macchinista, un omino nero, con un turbante scarlatto. Ha detto che era una linea a un binario, e che siccome doveva passare un altro treno probabilmente ci saremmo scontrati.

6 febbraio 1926 Vicino a Aden

Non ho più cervello. Si è sciolto. Sono appiccicosa dalla testa ai piedi.

Clima indecente, molto caldo, molto rilassante, con un forte vento caldo. Ho fatto amicizia con un Parso… Mi accompagnerà a terra a Aden, dove imbucherò. Oh mia cara Virginia, Londra esiste davvero? e tu ci sei? oppure sto pensando e scrivendo a un fantasma. Se non ricevo una tua lettera a Bombay morirò per la delusione.

dal piroscafo Rajputana nell’Oceano Indiano, l’8 febbraio 1926, scriveva

Che giornata assurda ieri a Aden: sono sfrecciata attraverso le paludi salate, in una piccola macchina scoperta, dentro un vento bollente; cicloni di polvere; centinaia di piccoli mulini a vento che ruotavano pazzamente; mucchi di sale allineati come le tende di un reggimento; gallerie dentro le colline… E Aden distesa là fuori, spazzata dal suo vento caldo, il posto del mondo più dimenticato da Dio. Poi un motoscafo,  e di nuovo la nave, con i gabbiani e i falchi che roteano insieme sopra i rifiuti, e i venditori di conchiglie… Prendere il largo nella notte, senza terra davanti a sè per più di duemila miglia, la vita autonoma di una nave che ti rinchiude ancora una volta. L’Oceano Indiano è grigio, non blu; un grigio spesso e opaco. Le sigarette sono quasi troppo umide per accendersi.

… prima del mio ritorno avrò scritto un libro, che spero mi purgherà dell’indigestione da viaggio, se non dovesse servire ad altro.

Però all’alba, quando c’è un soltanto un marinaio indiano randagio a pulire gli ottoni, salgo sul ponte e guardo ad est, il sole che nasce dritto davanti a me, e il sole e il mare sembrano il primo mattino della Genesi. Mi immagino che penserai che questa lettera è muta. Infatti, abbastanza. Ma ora la vita è fatta di queste cose. Tutto il resto è stato strappato via, e sono come una spugna, assorbo. …

da Delhi, il 14 febbraio 1926, scriveva

Siamo arrivati a Bombay (dal 1995 Mumbai) alle 4 del mattino… Dopo 4 giorni di vuoto oceano.. e Aden.. era l’ultima terra che avessi visto.

…è parso ancora più miracoloso, a pensarci, che nelle immensità dell’oceano ci si dovesse imbattere in una particolare striscia di terra. Una pugnalata: l’India! Ebbene per un paio d’ore ho avuto l’India tutta per me, mentre le stelle impallidivano e l’alba si allungava…. Sono andata a prendere le mie lettere, ma non ce n’erano di tue, il che ha oscurato  l’ India finchè mi sono ricordata di averti detto di indirizzarle a Rocky Hill Flats. Ci siamo andati per la prima colazione, e benchè le stanze fossero fresche e vellutate, le finestre aperte sul mare, con grandi ventagli a smuovere l’aria, e vasi di oleandro dappertutto, di nuovo nessuna lettera … la deliziosa frutta che mi hanno servito per colazione, avrebbe potuto essere di polvere, per quello che mi importava. Ma improvvisamente un servo di colore, è entrato con le braccia cariche di corrispondenza. Sono stata terribilmente felice quando ho letto che ti ha eccitato scrivere. E anche terribilmente invidiosa. Beh, devo andare a dormire, visto che passerò in treno quattro notti su sei…

dal piroscafo Varela nel Golfo Persico, il 20 febbraio 1926, scriveva

Tante facce strane hanno galleggiato fino a me, da quando ti ho scritto l’ultima volta; facce di animali e di uomini; bufali e indù, con corna o turbanti… Facce di scimmie fra gli alberi; di una mucca morta ma ancora sacra, a terra per strada… Giungla da ogni lato del treno rocce simili a castelli medievali; pavoni che sguazzavano nella pozzanghera dei villaggi; strade segnate nella polvere… E ovunque squallore, squallore, squallore. Occhi di bambini neri di mosche. Uomini coperti di piaghe. Cani scabbiosi. Tuguri sudici, inadatti anche ai maiali. … Rumore e squallore, rumore e squallore dappertutto.

Poi c’è una città deserta (Fatehpur Sikri), pozza di miracoloso silenzio; la capitale abbandonata degli imperatori Mogol, abitata solo da scimmie, capre, pappagalli e scoiattolini. In cima c’è il grande palazzo rosso di Akbar e, in un cortile, la piccola casa rossa del suo poeta.

Ora sono di nuovo a bordo, e zoppico, con due bastoni per una storta alla caviglia… ci sono in giro le balene…sono le tre del mattino e ho la febbre a 39….

dal piroscafo Varela nel Golfo Persico, il 23 febbraio 1926, scriveva

Se qualcuno mi avesse semplicemente detto che da queste parti i nuovi arrivati sono soggetti alla febbre, non me ne sare stata a letto ad immaginarmi  1) la difterite  2) la dissenteria  3) la peste  4) la scarlattina, sola nella mia cabina per tre giorni; ma secondo le mie troppo inglesi convinzioni non ci si ritrova improvvisamente con la febbre a 39 senza una buona ragione. Qui, invece, apparentemente sì.

… questa lettera non potrà essere spedita fino a Bagdad… Buona notte diletta e remota Virginia.”

Prossimamente: a Bagdad….

8 commenti (+aggiungi il tuo?)

  1. Farnocchia
    Gen 26, 2011 @ 14:45:12

    promemoria per il futuro: DEVO ANDARE IN INDIA!

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  2. Michael Blomkvist
    Feb 07, 2011 @ 20:36:47

    bello questo post, non l’avevo ancora letto! Ora sto leggendo un libro sull’Afghanistan, quando lo finisco ti racconto!!

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    • alicemate
      Feb 07, 2011 @ 21:42:30

      Grazie Michael, bel viaggetto, ma bello anche per la piacevole corrispondenza…. che ci svela i paesaggi con emozioni insolite…

      Io sto riscoprendo la gioia della parola scritta, della corrispondenza scritta, che si era persa con l’uso delle telefonate e del linguaggio orale…

      Carino che quel che si scrive possa essere riletto e che quello che le parole suscitano possa essere facilmente rivissuto alle letture successive!! O no? 😉

      Tutto procede bene? Ti aspetto con l’ Afghanistan…

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  3. Luisa
    Feb 18, 2011 @ 22:46:43

    Eccomi di nuovo da te e da Vita. La prima impressione positiva è pienamente confermata da questa lettura. Scrive benissimo. Che mestiere faceva per girare tanto?

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    • alicemate
      Feb 18, 2011 @ 23:10:38

      Ciao, noi ci si vede qua e là, ma qua sei in casa mia, quindi mettiti comoda…;)

      Dunque Vita, certo lei poteva permettersi i viaggetti già 100 anni fa.
      Era di famiglia nobile (non proprio come Bali eh eh), faceva la scrittrice/giornalista ed era sposata ad un uomo che aveva un’ importante carica politica/amministrativa e in quel periodo si trovava a Teheran (colonizzazione inglese).
      Viveva in un palazzo ed era cresciuta in un vero castello. Quando sono stata in Inghilterra ho visitato il suo palazzo che ora è diventato più famoso dei suoi libri per il bellissimo giardino ideato e coltivato da lei…
      Quando c’è la capacità unita al tempo e al denaro … si può!!! 🙂

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  4. Luisa
    Feb 18, 2011 @ 23:20:36

    Mi fa piacere tornare a trovarti 🙂 Le lettere di Vita mi piacciono.
    Ecco perchè perchè girava tanto…fortunata lei…però coi suoi scritti fa viaggiare un po anche noi…

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    • alicemate
      Feb 18, 2011 @ 23:36:13

      Certo, hai ragione, alcune fortune riusciamo ad utilizzarle anche noi.
      Anche viaggiare con la fantasia seguendo parole ed emozioni è una bella esperienza, senza rischi di febbri e vaccini…
      Siamo positive!!

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