Padova, e due!

Come scrivevo nel programma per la visita di Padova (QUI) la mia curiosità è nata dalla lettura:

“Correva l’anno 1890 e aveva vent’anni. Era sempre vissuto nel vecchio paese (Asiago) dai tetti erti di scandole… e gli orti con gli steccati. Tutto intorno boschi e montagne. Una strada lo collegava con la pianura. […] Arrivavano fino a Padova ed oltre; il viaggio durava una settimana. Al ritorno una piccola folla attendeva vicino alla fontana della piazza e volevano sentire le novità del mondo. Di quel mondo che si fermava a Padova con i suoi commerci, l’Università, il Pedrocchi, le mattane degli studenti.”                  (dal racconto “Vecchia America” di Mario Rigoni Stern)

Correva poi il 3 marzo 2023  e noi non eravamo più ventenni. Tutto intorno a noi valli e monti. Arriviamo a Padova, e poi andremo oltre. Sosteremo al Pedrocchi a bere il famoso caffè, a guardare questo edificio storico per la città e i suoi dintorni. 
Un caffè tanto speciale, dopo aver passeggiato tra i viali e sui ponti della sontuosa canaletta che delimita il grande piazzale erboso chiamato Prato della Valle; dopo aver visitato la Basilica del Santo un po’ troppo carica di ornamenti, e pronti per la pietra preziosa della città: la Cappella degli Scrovegni.
Questo succedeva un anno fa. Era la prima tappa di un giro alle Venezie, così lo avevo chiamato per far presto e mi piaceva.

mappa interattiva qui

Qualche foto del nostro passaggio dello scorso anno:

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Venerdì scorso, 22 marzo 2024, siamo tornati a Padova.

Mappa interattiva del nostro secondo passaggio a Padova qui


Siamo tornati a Padova… ma per un altro motivo, per visitare una mostra d’arte con opere provenienti dal Brooklyn Museum di New York. Ma non siamo andati per New York, anche se ci stiamo avvicinando molto, ma quest’anno si celebra il centocinquantenario della nascita dell’ Impressionismo. Ricordo che il 15 aprile 1874 ci fu a Parigi la prima esposizione di quelli che tutti avrebbero conosciuto, e più tardi celebrato, come Impressionisti, quegli artisti francesi che, per una storia di incomprensione e di rivoluzione dei canoni della pittura di quel momento, furono derisi e calunniati. Impressionismo ci riporta sia a van Gogh che a Chagall, anche se entrambi hanno seguito un percorso molto personale. Ed eravamo nel 1874, proprio negli stessi anni in cui gli abitanti dell’Altipiano di Mario Rigoni Stern scendevano in Padova, nel suo racconto.

Dunque eccoci di nuovo ad attraversare il Prato della Valle, sotto un celeste cielo, una passeggiata lungo la Via del Santo per raggiungere il Palazzo Zabarella sede della nostra mostra “Da Monet a Matisse”.

Non siamo degli esperti, ma con un po’ di attenzione e una guida ci orientiamo fra questi artisti caparbi e ispirati. Sono tutti artisti che hanno operato a Parigi fra il 1850 e il 1950. Cento anni di innovazione, passando da vari stili, anche se tutti gli artisti non sono rappresentativi di una sola corrente, ognuno di loro ha il proprio personale percorso, influenzato dal proprio vissuto personale e storico. Dai dati della mostra semplifichiamo un po’: dai primi romantici e realisti come Millet, agli impressionisti come Monet o Renoir, fauve e cubisti come Matisse e Bonnard, simbolisti come Boldini o Chagall, espressionisti come van Gogh e Matisse. Cliccate sull’immagine e ingrandite per leggere anche le informazioni.

Usciamo sul grazioso cortile assolato del Palazzo, dove ci riscaldiamo e ritorniamo al presente con tempi e necessità. Poi riprendiamo a percorrere la vivace città.

 

Padova è ricca di storia, andiamo al Palazzo della Ragione fra le braccia delle piazze dai nomi agresti, Piazza delle Erbe e Piazza della Frutta. Pare di essere al tempo dei contadini che arrivavano dalle campagne a vendere i loro prodotti. Ma se frodi c’erano, giustizia era fatta nel salone del Palazzo dipinto da Giotto, dopo la fatica più religiosa della Cappella degli Scrovegni. Purtroppo un incedio distrusse le opere di Giotto, che vennero ripristinate da altri bravi artisti.

Passeggiamo ancora ammirando scorci suggestivi e la moltitudine di giovani di cui diversi di loro incoronati di alloro e colorati nastri. Nella chiesa aperta di Santa Maria dei Servi, superata la bussola dal cattivo odore, ci accoglie il prezioso Crecifisso ligneo di Donatello. Un ponte su un canale che sparisce. Strade lastricate e spaziosi portici.

Un’altra bella Padova ci saluta, i chilometri sono tanti, ma in tre ore saremo di nuovo tra i monti, nessuno ci aspetterà alla fontana per sapere le novità e non mi resta che  scriverle su  Alicemate. Qualche mio paesano sarà interessato?

Ciao!

Aggiornamento: Qualche mio paesano per fortuna è stato interessato e ha letto e commentato il mio viaggio.
Mi piace ricordare che avevo mandato alla mia cognata e affezionata lettrice di Alicemata la foto di un quadro della mostra. A lei lo avevo mandato espressamente perchè la figura della ragazza che tiene in braccio il fratellino le assomigliava, lei poi è La Sorella meggiore (e unica femmina) di cinque fratelli…
A mia cognata è piaciuto il quadro e mi ha chiesto una bozza e io glel’ho fatta! Eccola 😉

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Scritto, documentato e pubblicato da

Maria Valenti/Alicemate  ^_^

 

Programma “Giro Venezie”

Questo articolo lo avevo scritto il 2 marzo 2023, in modalità privata, ora ho deciso di renderlo pubblico, perché? Perché sono tornata a Padova ieri e avrei voluto scrivere di questa città, ma poi ho scoperto che della precedente esperienza, quella dello scorso anno, non avevo pubblicato nulla, quindi eccomi a rendere pubblico questo programma e poi, e poi potrei andare oltre.

Nel nostro giro del 2023 erano programmate le visite a tre città: prima a Padova, poi a Gorizia, concludendo poi in bellezza con Venezia.

Venerdì 3 marzo 2023 si parte, fermata a Padova, poi a Mestre a pernottare, il giorno successivo a Gorizia, ritorno a Mestre sempre a pernottare, a Venezia gli ultimi due giorni, e rientro a casa.

Di questo “Giro delle Venezie” ho i programmini in pdf delle città visitate poi magari scriverò altro.

Padova pdf

percorso Padova Gorizia Venezia pdf

GORIZIA pdf

Venezia la troverete ritrascritta sotto per la prima giornata e al link in fondo per la seconda. Avevo, subito dopo la visita, scritto due cosette sui quadri di Chagall che troverete a fine articolo, se non li avete già letti.

Vorreste sapere i collegamenti, le motivazioni per questo giretto?

Padova scoperta essere La città degli abitanti dell’Altipiano di Asiago, come racconta il grande Mario Rigoni Stern, la città di Padova a cui scendere per commerci principalmente e per gli svaghi, gli studi e i viaggi!
Gorizia come triste protagonista nella prima guerra mondiale raccontata nel romanzo “Addio alle armi” di Ernest Hemingway, romanzo letto con vorace interesse da Mario Rigoni Stern appena tornato a casa dopo le dolorose esperienze della seconda guerra mondiale  (qui mia recensione)

E Venezia, nei suoi musei avrei trovato due opere di Marc Chagall e poi qualche passo con Sartre (qui libro).

E gli Spritz no ?

Andiamo ai programmi

VENEZIA Domenica 5 e 6 marzo 2023

https://goo.gl/maps/RMZX44FVW8opbF5C8

Non limitarsi a visitare la Cattedrale di San Marco, fare un giro in gondola o sorseggiare un bicchiere di Aperol Spritz. Questi musei sono una tappa obbligata per chiunque visiti Venezia

Dalla stazione santa Lucia in 15 minuti arrivo a:

Ca’ Pesaro – Galleria Internazionale d’Arte Moderna visita da fare ma prenotiamo con calma Le due opere che indico sotto sono come la Gioconda per il Louvre!

Ammirare Ca’ Pesaro, il famoso palazzo barocco in marmo di fronte al Canal Grande a Venezia. Entrare in un mondo di arte moderna e arte orientale.

Ammirare le collezioni di dipinti e sculture del XIX e XX secolo, tra cui l’arte moderna di Klimt e Chagall e gli straordinari Kandinsky, Klee e Moore. Scoprire una delle collezioni più importanti dell’arte giapponese del periodo Edo nel Museo di Arte Orientale.

. biglietto d’ingresso, chiuso lunedì

Venezia: biglietto Ca’ Pesaro Museo d’Arte Moderna e Orientale

Orari di apertura: 10:00 – 17:00
  • Anziani 3 × 9 € 27 €

  • Adulti 1 × 11,70 €

https://www.getyourguide.it/ca-pesaro-l19478/venezia-biglietto-galleria-d-arte-moderna-e-museo-d-arte-orientale-t411261/?date_from=2023-03-06&_pc=1,1&_pc=5,3

Opere da non perdere:

La “Giuditta II” di Klimt, 1909, Museo Ca’ Pesaro Sala 3, Olio su tela, 176 x 46 cm

Autore Gustav Klimt (Vienna, 1862- 1918)

https://artsandculture.google.com/story/vwVBy_MYuTwsUQ

Alla IX Biennale di Venezia, nel 1910, il maestro della secessione viennese Gustav Klimt presenta una sala personale con 22 opere. Il comitato incaricato delle acquisizioni per Ca’ Pesaro acquista Giuditta II per la somma di 9.900 lire; l’opera diventerà icona e simbolo della collezione del Museo. Preceduta da una versione del 1901, Judith I, conservata a Vienna, il capolavoro di Ca’ Pesaro rappresenta l’eroina del popolo israelita che, per salvare dall’assedio la città di Betulia e impedire l’invasione della Giudea, decapita Oloferne, generale di Nabucodonosor, re degli assiri. Giuditta è raffigurata nell’atto di estrarre la testa di Oloferne dalla bisaccia per mostrarla ai betuliani assediati. Per molto tempo il soggetto fu confuso con il personaggio di Salomé, protagonista dell’uccisione di Giovanni Battista, malgrado le differenze iconografiche che contraddistinguono i due episodi biblici. La notevole diminuzione della componente aurea in “Giuditta II” rispetto alle opere del periodo dorato di Klimt, è testimone del passaggio ad uno stile nuovo; l’eroina biblica è qui una donna moderna, sensuale e tragica, abbigliata con arabeschi e innesti geometrici, mentre la verticalità della rappresentazione è accentuata da due fasce piane laterali in legno dorato.

Rabbino n. 2 o Rabbino di Vitebsk di Chagall, 1914 – 1922, Museo Ca’ Pesaro, Olio su tela, 104 x 84 cm

Rabbi No. 2, Venice, Italia — Google Arts & Culture

Nel 1914 Chagall rientra in Russia da Parigi; vuole restare a Vitebsk solo qualche mese ma resta bloccato dalla scoppio della guerra e vi rimane fino al 1922. In quegli anni recupera il legame con il mondo ebraico dell’infanzia, espresso attraverso le immagini della cittadina natale. Qui è ambientata la prima versione del dipinto, Ebreo in bianco e nero o Rabbino di Vitebsk del 1914 (oggi al Kunstmuseum di Basilea). Secondo il racconto dell’artista, a Vitebsk incontra per caso un anziano e lo veste con gli abiti del padre usati per la tradizionale preghiera del mattino, di giorni feriali. La figura è descritta con grande precisione, una kippà blu sul capo, il tallìt sulle spalle e i tefillìn (o filatteri) legati da cinghie di cuoio sulla fronte e sul braccio sinistro, mentre gli occhi sono malinconici e la bocca ripresa nell’atto di salmodiare. Lo sfondo sottolinea la massima concentrazione sul soggetto: nessuna pausa descrittiva, solo forme geometriche bianche e nere. I Tefillin sono piccole scatole quadrate che contengono un pezzo di pergamena su cui sono scritti i versi della Torah. Il tallìt è lo scialle rituale bordato di frange di cui gli ebrei si coprono le spalle durante la preghiera. Questi elementi religiosi sono usati meravigliosamente in questa tela per creare potenti contrasti di colori (il bianco e il nero erano considerati veri colori da Chagall) evidenziati da forme geometriche che ricordano il cubismo.

A piedi in 8 minuti alla Basilica, e da qui a 2 minuti c’è anche la Scuola di San Rocco:

Basilica S.Maria Gloriosa dei Frari (non prenotiamo e non visitata)

Domenica e festivi visite 13.00 – 18.00 (ultimo ingresso 17.30) La durata della visita è di circa 30 minuti.

Biglietto intero: € 5,00

Senior: 3,00 (over 65) (

Troviamo due dipinti del Tiziano. Ospita tombe e monumenti funebri di numerose personalità legate a Venezia, tra cui Monteverdi, lo stesso Tiziano, Antonio Canova, oltre a numerosi Dogi.
È l’unica importante chiesa italiana ad aver conservato un grande coro circondato da un alto muro al termine della navata centrale in posizione antistante all’altare maggiore, secondo l’uso medievale

Scuola Grande di San Rocco molto consigliata la visita ma non prenotiamo, valutiamo poi, tenendo conto che è domenica però, quindi rischieremo? (Visitata velocemente)

Nel 1564 Tintoretto ottenne l’incarico di decorare la Scuola. Il meraviglioso ciclo di teleri, realizzato nelle tre Sale tra il 1564 e il 1588, per la sua unitarietà rappresenta per Venezia quello che per Roma è la Cappella Sistina.

Biglietto Intero 10 €

Altri 16 minuti per raggiungere la collezione di arte

Collezione Peggy Guggenheim meglio prenotare, magari per le 17 (ultimo ingresso?) Prenotata e visitata.

Palazzo Venier dei Leoni sede della mostra

Biglietto per la Peggy Guggenheim Collection

  • Anziani 3 × 14 € 42 €

  • Adulti 1 × 16 € 16 €

 

 
https://www.getyourguide.it/venezia-l35/venezia-accesso-prioritario-al-museo-peggy-guggenheim-t64077/?date_from=2023-03-05&_pc=1,1&_pc=5,3

La Pioggia,

Marc Chagall, olio e carboncino su tela, 86,7 x 108 cm museo Peggy Guggenheim

Le prime opere di Marc Chagall sono caratterizzate da uno stile neoprimitivo, che si ispira alle icone russe e all’arte popolare. La pioggia è un dipinto su tela con olio e carboncino realizzato da Marc Chagall nel 1911 quando si trasferisce a Parigi nell’estate del 1910. L’artista porta con sé parecchi di questi dipinti raffiguranti la vita e i costumi della natia Vitebsk. L’anno successivo rielabora tali dipinti e inoltre realizza nuove composizioni con soggetti analoghi carichi di nostalgia per la sua terra d’origine, ma adattati alle tecniche e ai modi acquisiti a contatto con l’arte francese contemporanea. In questa tela Chagall usa colori saturi e non realistici combinati con zone definitive di bianco e nero in modo da creare una superficie molto decorativa e vivace. Il frazionamento di alcune aree della composizione in piani ombreggiati, come per esempio il tetto della casa e il primo piano a sinistra, ha la sua origine nel Cubismo, anche se questo espediente è usato piuttosto occasionalmente.

All’uscita potremmo cercare il cibo per la cena.

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VENEZIA Lunedì 6 marzo 2023

Si pensava alla zona Arsenale con Building Bridges, la visita all’installazione è GRATUITA. E forse la vicina isola San Pietro…

Leggete il programma che si scarica in pdf, c’è anche un link con la mappa:

Arsenale e isola di San Pietro pdf

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In realtà poi i programmi di Venezia sono un po’ variati, siamo andati anche al piazzale di San Marco e percorso tutto il Canal Grande in vaporetto facendo un filmato con Relive. Se lo dovessi mettere su Alicemate, farò un link qui sotto.
Per ora vi lascio il collegamento ai due articoli scritti poco dopo sui quadri prescelti presenti nei due musei di Venezia:

I vecchi di Chagall 10 Mar 2023

La pioggia di Chagall, a Venezia 13 Mar 2023

Per leggere dei nostri passaggi a Padova, cliccare qui

Per Gorizia si attiverà qui

Ciao!

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Scritto, documentato e pubblicato da

Maria Valenti/Alicemate 

 

I Viandanti verso la Via Francisca

Giunti a Colico (qui) avevo programmato di portarvi a Morbegno, sempre seguendo il Sentiero del Viandante ma, siccome noi abbiamo fatto questo ultimo tratto un anno fa e nel verso opposto, lo lascerò per un documento a sé.

Abbiamo invece da poco iniziato un nuovo percorso che da Colico prosegue in direzione Chiavenna utilizzando l’antica Via Francisca, ecco, questo mi pare una migliore continuazione del cammino. Faremo brevi tappe, guardandoci intorno, andando un po’ avanti e indietro, anche perché in questo tratto la ferrovia non è molto comoda e i pullman non sempre in funzione.

Siamo partiti a gennaio, era ancora un po’ freschetto ma, se il sole aiuta, è decisamente da preferire rispetto alle stagioni più calde, dove è meglio salire un po’ più in alto.

Domenica 14 gennaio quindi, arriviamo a Colico in auto fino al parcheggio vicino alla partenza del Sentiero Valtellina. Salutiamo il tranquillo Legnone infarinato e ci godiamo il panorama. All’ombra del Montecchio l’erbetta luccica di cristalli sulla riva dell’ultimo tratto di Lago di Como. Risaliamo il fiume Adda fino a raggiungere il ponte che ci permetterà di spostarci sull’altra sponda e avvicinarci al Monte Berlinghera, con le pendici a picco sulle acque, pendici su cui salire e aggirare il lago, per poi infilarci in Val Chiavenna.
Ma calma, la prima tappa ci porterà a Sorico, tutta in piano, dopo aver attraversato il Pian di Spagna, superato il secondo ponte, questo sul fiume Mera, invece di prendere il sentiero per risalire il fiume, noi scenderemo a Sorico, perchè è bello, c’è il sole e riusciremo perfino a mangiare all’aperto. A Sorico ci aspetta la seconda auto e ritorno a Colico dalle nipotine sul ghiaccio. Le giornate sono ancora corte e non abbiam fretta di andare in Svizzera!

Ora potete rivedere il percorso sulla mappa con le foto:

Domenica 21, trascorsa una settimana, eccoci ancora a Sorico, dallo stesso parcheggio ripartiamo! Saliremo alla Chiesa di San Miro da cui si “ammira” lo spettacolo dei fiumi che si incontrano nel lago di Como, poi verso Dascio sull’ultimo tratto di Via Regina che poi diventa Via Francisca. Oggi un anello piccino ma con un sole grande!
Il documento nel video-mappa:

Sabato 27 gennaio tutto sulla Via Francisca: da Dascio a Casenda, due auto collocate e si parte. Al Sasso di Dascio sosta con foto… un terrazzo panoramico così godibile! E poi via nel bosco, su e giù nelle vallette e sulle ripide rocce da cui emergono arditi scalatori. Un panino goduto sulle calde rocce del Brentaletto con vista e giriamo all’ombra della val Chiavenna. No, non andiamo al “Salto della Capra” meglio procedere dritti, anzi curvare tutto  verso la valle abbandonando il lago!
Al video, se vedere un piccolo ingarbuglio di passi, niente problemi, è stato un ritorno a recuperare le mie racchette…

Bello questo passaggio, ma anche un pochetto impegnativo. La sosta ai ruderi di San Giovanni all’Archetto, meritata!
La prossima sarà da Casenda, o meglio da Vigazzolo, nei pressi di San Giovanni all’Archetto, dove abbiamo abbandonato la Via Francisca per il parcheggio.

Intanto i troll  vi salutano dalla boscaglia ^_^

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Scritto, documentato e pubblicato da

Maria Valenti/Alicemate