– Inquisizioni –

Riflessioni intorno all’ INQUISIZIONE… oih oih oih!!!

Sei inquisizioni a Gesù

Tre inquisizioni ebraiche
Prima inquisizione – Anna, sommo sacerdote.
Seconda inquisizione – Caifa. Ambedue illegali perche’ prima dell’alba.
Terza inquisizione – Sanhedrin a giorno fatto per renderla legale.

Tre inquisizioni Gentili
Quarta inquisizione -Pilato per la prima volta.
Quinta inquisizione -Erode Antipa.
Sesta inquisizione Pilato per la seconda volta.

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Con l’espressione Inquisizione medievale si fa riferimento a quel periodo della più generale storia dell’Inquisizione che va dal 1179  fino alla metà del XIV secolo.

Il termine inquisizione deriva dal verbo latino inquirere, che significa investigare, indagare. Il tribunale dell’Inquisizione conduceva infatti le indagini volte ad accertare l’eresia e, scopertala, aveva il compito di tentare con tutti i mezzi (compresa la tortura) di convincere l’indagato ad abiurare, cioè a ritrattare.

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Ho da poco terminato di leggere “Altre inquisizioni” di Jorge Luis Borges

Nella mia vita sono sempre state troppe le cose”( da indagare)

In queste Inquisizioni (ricordo da <inquirere>: cercare, ricercare, domandare con insistenza) siamo introdotti  nei sapienti labirinti tesi da una cultura ironica e paradossale, che non intimidisce nessuna presunta verità , ma è pronta a inchinarsi alla dignità essenziale e dolorosa dell’uomo sulla terra.

Il libro raduna scritti apparsi in varie sedi fra il 1934 e il 1952. Borges è riuscito a dire cose nuove su autori talora celeberrimi, talora trascurati. Si tratti di Cervantes o di Kafka, di Wilde o di Chesterton, di Hume o di Berkeley, di Bloy o di Schopenauer, di Beckford o di Coleridge, tutti gli autori qui trattati sembrano diventare, senza alcuna forzatura, anelli di una catena anonima e infinita…

Nell’ultimo dei 35 brevissimi saggi contenuti in questa raccolta ha scritto:

“Classico è quel libro che una nazione o un gruppo di nazioni …hanno deciso di leggere come se nelle sue pagine tutto fosse deliberato, fatale, profondo come il cosmo e capace di interpretazioni senza fine“. “Classico.. è un libro che le generazioni degli uomini, spinte da diverse ragioni, leggono con previo fervore e con una misteriosa lealtà.”

Per me… Borges è impegnativo, ma ha sfamato il mio felice e disperato bisogno di conoscere.

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Mi è venuto un dubbio: che anch’ io stia utilizzando l’inquisizione?

Troppe domande? troppo insistentemente… troppa curiosità, troppo desiderio di scoprire, di capire…

Ho sì questa tendenza, io la giudicavo benigna, ma forse… a qualcuno può veramente far male: nella storia sappiamo che certa  inquisizione ha fatto molte vittime. L’inquisizione può essere ingiusta se fatta usando anche violenza come a Gesù o come agli eretici o alle streghe…

L’inquisizione di Borges, invece, mi pare profonda, faticosa, insistente, ma fatta su se stesso, alla ricerca di continue verità, far questo può far male solo a se stessi? Forse dà fastidio anche ad altri?

La mia?? Mi fa perdere ore di sonno, mi fa discutere con amici, parenti e a volte mi fa diventare originale, invadente, chiacchierona…ma non mi è mai parso di poter correre il rischio di essere accusata di violenza, tanto da essere punita.

Invece può succedere di essere accusata e condannata  per aver inquisito!!

(per  interpretare ed esprimere questa mia  strana esperienza di accusa e  punizione mi sono liberamente  ispirata  alle letture di Borges, che  è “un esperto” in inquisizioni precise e paradossali!!)

– Ho vissuto un evento senza senso, senza centro, senza consistenza, non possedeva un inizio, nè una fine. Non aveva un’idea, una giustificazione e non mi pareva avesse neppure un obiettivo.

“Ero nel fiume ed ero io stessa il fiume, ero la tigre ed ero divorata dalla tigre, ero il fuoco ed ero bruciata da questo fuoco. Stavo vivendo vittima di me stessa.”

Per uscirne dovevo combattere contro di me, il mio stesso esistere e desiderare aveva dato origine alla mia distruzione, più vivevo più sembrava dovessi morire… –

Intanto i  miei amici mi ascoltavano, mi frenavano, mi consigliavano…. ma dovevo trovare io la strada, il coraggio anche di  ferirmi per difendermi.

Ora riporto un aneddoto, sempre di Borges, che mi ha rivelato come e perchè usare le mie armi :

” Un ragazzo lo aveva ingiuriato ed egli era andato da suo padre e gli aveva raccontato il fatto. Quegli lo lasciò parlare come se non lo a sc o lta s se e non lo comprendesse, poi staccò dalla parete un pugnale di bronzo, bello e carico di potere, che il ragazzo aveva bramato furtivamente. Ora lo teneva nelle mani e la sorpresa del possesso annientò l’ingiuria patita, ma la voce del padre stava dicendo: “Sappia qualcuno che sei un uomo”, e nella voce era un ordine.”

Ma tutto questo mi ricordava “Il proceso” di Kafka o il percorso di un sogno, con l’incoerenza, le stranezze  dei sogni  o il dispiegarsi degli intricati vicoli di un labirinto senza centro.

Forse l’inquisitore si è poi trasformato in inquisito?? Borges avrebbe sicuramente trovato la risposta … sempre INQUISENDO!!!!

Ma per trovare un po’ di conforto e riuscire a trovar riposo, vedrò di consolarmi leggendo intorno al domandare, quando non dovrebbe essere inteso come un negativo inquisire:

  • La domanda è già un miracolo. È il primo modo della coerenza, del compimento di sé, della propria libertà. (Luigi Giussani)
  • Le risposte sono sempre limitate, provvisorie, insoddisfacenti. Le domande invece sono il vero motore dell’attività mentale: un uomo che non si pone domande, o che si contenta delle risposte, non va molto lontano. (Piero Angela)
  • Potete giudicare quanto intelligente è un uomo dalle sue risposte. Potete giudicare quanto è saggio dalle sue domande. (Naguib Mahfouz)
  • Solo che una domanda, al momento giusto, a volte, chiarisce la ragione e ci dà pace. (João Guimarães Rosa)



9 commenti (+aggiungi il tuo?)

  1. Alice sottoterra
    Dic 08, 2010 @ 19:34:14

    Eh, mi son sempre chiesta se fosse benigna o meno la mia inquisizione ..forse per mio papà non troppo benigna, visto che lo sottoponevo (e lo sottopongo anche ora) ad interrogatori interminabili per cercare di capirci-qualcosa di questo diavolo d’un mondo complicato. Comunque sia, se non fossi curiosa adesso sarei a studiare latino invece che a leggere i nuovi articoli di alicemate e, s’intende, la seconda attività è ben più preferibile, eppoi, se lo dice Dilan Dog che si dovrebbe vivere se non altro per soddisfare la propria curiosità! Bell’articolo e bella questione 🙂 buona giornata

    (Avevo scritto un luungo commento che poi per errore ho cancellato -DOOH!-, l’ho riscritto adesso riassumendo, no comment..che ci sta a pennello, il no comment!)

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    • alicemate
      Dic 08, 2010 @ 20:38:19

      Nooo!! cancellare un commento che richiede mooolto del poco tempo che resta per … studiare latino!!!
      Succede anche a me (a parte il latino), non si dovrebbe scrivere direttamente sul blog, quando si fanno le cose per bene!!
      E noooo!! anche perché non posso più leggere il lungo commento al mio indirizzo 😦

      Che la veneranda e antiqua lingua sia saggia e generosa quando ci sarà la resa dei conti!!

      Veniamo a noi, la valutazione della tua inquisizione non ha dubbi: “Ottima”, anche perché è il rispettato padre a farne le spese e certamente a buon profitto non solo della curiosona… o no?
      Grazie per l’apprezzamento, avevo timore che fosse poco comprensibile…

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  2. Alice (sottoterra)
    Dic 10, 2010 @ 20:13:37

    La curiosità spesso è causa di guaiiii (alice mentre lo dice cade nel buco, e finisce sottoterra!) ma io voto pro curiosità, si, hai ben capito 🙂

    Ahsssì, è comprensibile; certo i tuoi articoli sono a volte un po’ ..sulle nuvole, immagino come l’autrice (ma forse mi sbaglio ^^) e non sempre sono sicura di capire tutto quello che intendi (ma tra persone sulle nuvole ci si intende, no?), o meglio: io credo di capire, poi non è detto che capisco “giusto”! Ma poco male, qualcosa di interessante esce sempre fuori da questi scambi di opinioni anche potenzialmente travisate, no?

    ..Questa volta ho scritto su word e poi copiaincollato, seguendo il tuo saggio con(s)iglio!

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  3. alicemate
    Dic 10, 2010 @ 21:25:46

    Tutto chiaro!!!
    Si vede che da lassù, a volte da laggiù o di riflesso… ci intendiamo!!

    In questo post la difficoltà è la conseguenza e l’influenza di certa lettura di un famoso Luis.
    Chi è il colpevole?? Un certo Nemo??
    eh eh, ciao!

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  4. pittinicchio
    Dic 19, 2010 @ 01:06:18

    Eccola la nostra tendenza all’inquisizione come eplorazione e analisi conoscitiva… comprendo meglio quel che volevi dirmi!

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  5. riccardo
    Giu 25, 2011 @ 16:43:34

    Porsi delle domande e porne anche agli altri, rende la nostra vita più interessante… anche se a volte (come nel caso delle cattive inquisizioni) può farci finire nei guai.
    Ma poi l’alternativa quale sarebbe: non domandare, rifiutarci di conoscere e di sapere?
    Beninteso, sto… inquisendo me stesso.
    Il tuo post, che definirei anzi un bell’articolo di critica letteraria è davvero stimolante. Complimenti!
    Purtroppo, si sta diffondendo un clima che considera l’inquisire (nel senso dialettico di ansia di ricerca, verità ecc.) come qualcosa di inutile o addirittura di malsano.
    Se oggigiorno rinascessero S. Agostino, Socrate ed Abelardo, temo che sarebbero considerati dei noiosi seccatori!
    Buon fine settimana

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    • alicemate
      Giu 28, 2011 @ 19:49:15

      Grazie dell’apprezzamento. Ne sono lusingata anche se mi sarebbe piaciuto conoscere meglio i tre grandi che nomini e di cui sicuramente apprezzerei la presenza.

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  6. Giacomo
    Giu 28, 2011 @ 16:36:29

    Sant’Agostino, Socrate e Abelardo sarebbero dei noiosi seccatori per coloro i quali non hanno più tempo di fermarsi un attimo a leggere o a pensare. Riccardo hai ragione: oggi, di un giornale, si leggono i titoli e si posta un commento senza leggere l’intero articolo. Ma per fortuna c’è ancora gente che ha voglia e tempo di dialogare con cristiani filosofi e giudei e, come Abelardo, “…penso che nessuna discussione sia così banale da non contenere qualche insegnamento”.

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    • alicemate
      Giu 28, 2011 @ 19:52:32

      Certamente, da come ne parlate voi filosofi, i tre grandi amavano indagare e per loro l’inquisizione era lecita e necessaria.
      Ma bisogna forse essere filosofi per avere il diritto e la capacità a discutere?
      Nella vita quotidiana chi ci prova è spesso considerato, come dici tu Riccardo, uno scocciatore perditempo e mi viene il dubbio che lo possa realmente essere, in quanto, non possedendo le dovute virtù dialettiche, non ha la capacità per sostenere le sue ragioni …. anche se Giacomo tranquillizza il volgo considerando qualsiasi tentativo di discutere mai completamente inutile…
      Io so che spesso se ci si pone qualche domanda, bisogna anche allertarsi a trovarne le risposte… o bisogna “fare finta” di avere degli interlocutori, come ho scritto in un altro mio post “Creatività e pensiero critico”

      Comunque io farò un sacco di figuracce nel mio parlare, specialmente se gli interlocutori sono preparati come voi, ma nello stesso tempo mi diletto a provarci, con la speranza che qualcun altro mi dica la sua o gli faccia piacere leggere la mia… 😉

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